martedì 15 aprile 2014

Se questo è uno stato

“Legge 1 dicembre 1970, n. 898, Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio, Art. 3 e) l'altro coniuge, cittadino straniero, ha ottenuto all'estero l'annullamento o lo scioglimento del matrimonio o ha contratto all'estero nuovo matrimonio.”

“Art. 10: L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.”

E’ un post fuori programma e fuori contesta su questo blog, ma voglio sfogare qui la mia rabbia contro uno stato che ti ostacola in tutto e per tutto.

Era il 22 maggio 2010 quando per la Federazione Russa risultavo ufficialmente divorziato, mentre nel mio paese, l’Italia, dopo ormai 4 anni, i giudici ancora non riescono a capire e deliberare che sono divorziato, dandomi così la possibilità di rifarmi una famiglia.

E si, ma non è scritto sempre nella tanto chiamata costituzione che l’Italia è fondata sul lavoro e tutela la famiglia? Ma qui non mi permettono nemmeno di rifarmela una famiglia, hai una chance, se sbagli sei finito.
Va bene che per lavorare bisogna emigrare, per costruire qualcosa qui bisogna lottare contro lo stato (la Mafia crea meno problemi), ma se mi sono sposato in Russia e li ho divorziato, perché ancora qui mi tengono prigioniero?

Sono passati quattro lunghi anni, tre gradi di udienza più la corte d’appello, ho portato il certificato di divorzio tradotto, apostolato e vidimato dal Consolato Italiano a Mosca, e quindi da una autorità Italiana. Ho portato la legge Russa tradotta e giurata, ebbene si, io comune cittadino porto i testi di legge in  tribunale che ne è sprovvisto. Ma no, non basta. Non basta mai, i signori giudici lavorano sulle difficoltà delle persone, cosa farebbero se chiudono delle pratiche così semplici in tempi brevi? Si insomma, si tratta di leggere la legge di un altro stato e deliberare con atto giudiziario che quel divorzio è valido, e si serve l’atto giudiziario, in Russia però viene emesso solo in caso di tutela dei figli o se non è consensuale. Mi viene da dire che purtroppo io e la mia ex moglie siamo stati civili e di comune accordo senza nulla pretendere l’una dall'altro, abbiamo divorziato.

Nella non democratica Russia se la coppia è consenziente il divorzio avviene in un mese senza legali, con atto amministrativo come lo è il matrimonio. I passi sono semplici, si va nello stesso posto dove è stato stipulato il matrimonio, si compila un modulo, il funzionario cerca di capire se ci sono possibilità di salvare il matrimonio, se i coniugi sono poi decisi ad andare avanti si firma la richiesta. Da quel momento in poi si ha un mese di tempo per andare a prendere il certificato di divorzio, basta che va uno dei due coniugi, e si è liberi cosi di rifarsi una vita. Pensate, non costa niente! Niente avvocati, giudici e burocrati a lucrarci sopra!

Produciamo l’ennesimo documento, questa volta arriva dal Consolato Russo a Roma, speriamo sia l’ultimo appello e che vada a buon fine, ma ovviamente per leggere una pagina ci vorrà almeno un altro anno.
Chi restituirà a me il tempo e le occasioni di rifarmi una famiglia perse? Ma soprattutto, quando potrò rifarmi una famiglia? Se il mondo fosse senza frontiere, certo non sarebbe un problema, ma ecco che le leggi impediscono alle persone di stare insieme.


Staremo a vedere, scusate lo sfogo e gli errori, l’ho scritto così di getto e di pancia.

sabato 13 luglio 2013

Gamification & Community

Questo è l'argomento che andrò a trattare all'iDate Conference di Colonia il 16 e 17 Settembre 2013. Il game, o meglio le sue meccaniche e dinamiche stanno contaminando diversi mercati e l'industria del dating non ne è ovviamente esente.

Cosa offre di più un gioco ad una piattaforma che sia dating o meno? Sicuramente:

+ Interazione e fidelizzazione;
+ Giocare per conoscere (nel caso specifico)

E poi, il dating stesso, flirtare, sedurre, non è forse uno dei "giochi" più belli? ;)



P.S.: Piccole soddisfazioni personali :)

domenica 9 giugno 2013

Condividere è un business

C'è la crisi, non ci sono soldi, pochi investitori, ecc., tutto vero. Ci sono però altre risorse che generano profitti, ricchezza e lavoro: Noi e le idee.

La farò breve e schematica, il concetto in se è semplice.

Ci sono siti che hanno traffico, utenza, reputazione e che generano profitto spesso, quasi sempre, con l'advertising. Campagne PPC, CPM, AdSense e quant'altro gira.

Ci sono idee, chi ha il colpo d'occhio, l'intuizione e la capacità di concretizzare l'idea, presupponendo che abbia i fondi necessari. Frequentando alcuni ambienti, cercando fra le amicizie, può essere anche facile tirar su un gruppo di lavoro e creare il prodotto finito. Fin'ora diciamo che l'investimento è diciamo pari a zero, anche se non è così perché il lavoro e il tempo speso vale, e vale tanto.

Bisogna ora pubblicizzarla, farla conoscere, fare marketing. E qui il passaparola degli amici non basta sicuramente.

Le revenue share sono secondo me il modello vincente, nulla di nuovo se non che (almeno personalmente) trovo molta resistenza in Italia, mentre quasi pratica comunque in altri paesi. Perché?

Ho iniziato la mia carriera nell'internet industry in una società che ha fatto la sua fortuna con il modello revenue share, forse poco conosciuta se non sconosciuta a molti, Mamba.ru - network di siti di incontri, pulito semplice e senza fronzoli, gratuito e con un modello di business vincente, crea la sua fortuna con partnership in revenue share con altri portali, anche tra i più grandi che di certo non hanno bisogno di revenue share (vedi Mail.ru).

Perché se invece lo propongo a Virgilio.it, Libero.it, RCS, a anche portali minori, ci si trova di fronte a un muro?

Penso che specialmente in questo momento, sia dovere di chi ha un posto rilievo nella classifica di popolarità, aprire al modello revenue share.

Leggo diversi gruppi, dove, "startupper" o "esperti di settore" discutono su definizione di startup, scalabilità, quale posto sia migliore per concentrare risorse - Milano, Roma, Torino - iniziando ancora una volta battaglie di becero campanilismo, senza contare che, a mio parere, parlare di localizzazione in un'industria come internet, e specialmente in Italia dove le distanze sono minime, mi sembra alquanto paradossale.

Io dico, iniziamo a creare sinergie in questa via... una volta creato un ecosistema funzionale in rete, saranno (forse) le amministrazioni locali a chiamarci e offrirci i vantaggi migliori.

Per chi vuole, per chi ritiene e crede che sia un modello funzionale e è disposto a mettersi in gioco, apro questo gruppo su Google+, "Sinergie digitali", io ci credo perché l'ho provato.


sabato 26 maggio 2012

Mailing list. Possiamo con una semplice email supportare nuovi progetti?


Ci siamo mai chiesti quante volte diamo il nostro indirizzo email a disposizione di soggetti terzi solo per ricevere informazioni che al momento ci sembrano interessanti, o per scaricare un micro “gadget”, o tramite le varie applicazioni facebook? Ovviamente si sa, quante email pubblicitarie poi riceviamo che quotidianamente poi cestiniamo o marchiamo come spam. Ma tutte queste email sono il business di chi le manda, ed i valori non sono niente male.

Ora, cambio apparentemente discorso.

Si parla spesso di startup di "new" economy, e il primo collegamento per avviare una startup sono incubatori e venture capital. Ma è sempre vere che per iniziare da zero servono subito centinaia di migliaia di euro? O a volte bastano competenze, capacità, la giusta idea e un piccolo capitale di poche migliaia di euro? Bene, io credo che molte volte per dare il primo avvio servono proprio quei “pochi” euro.

In molti paesi questo gap è riempito dalle banche che danno micro credito ai progetti, da piccoli business angels, o dal crowdfunding. E in Italia? Anche qui c’è un vuoto. Le banche si sà, chiedono 100 per dare 10, i business angels forse si contano sulle dita di una mano.

Il crowdfunding non decolla, perché? La risposta che mi sono dato è forse semplice e banale, perché devo dare i miei soldi ad uno sconosciuto/a? Ma dobbiamo però in qualche modo colmare questo gap, da qui l’idea alla base di Polis 2.0.

Ci sono molti modi per creare un fondo a sostegno delle idee che poi possono svilupparsi in imprese e quindi lavoro. Uno dei progetti iniziati da Polis 2.0 è “Da rifiuto a risorsa”, quanti cellulari possediamo in casa che non usiamo e che non sappiamo dove smaltirli per non inquinare l’ambiente? Da oggi donandoli all’associazione, questo rifiuto diventa un piccolo tassello nella costruzione del fondo. I cellulari raccolti sono rigenerati e venduti da altre società a paesi in via di sviluppo, quindi con un gesto solo facciamo tre volte bene, salviamo l’ambiente, sosteniamo chi ha idee da realizzare, aiutiamo lo sviluppo dei paesi più poveri.

Ma torniamo a monte, cosa c’entrano le email con tutto questo?

A questo punto lo avrete capito da soli. Due domande a cui rispondere, leggereste una newsletter sapendo che state contribuendo a quanto sopra descritto? Tra una pubblicità generale ed una “pubblicità sociale” a quale daresti più attenzione? Questo è il secondo progetto a cui stiamo lavorando, la costruzione di una mailing list per costruire questo fondo di primo intervento alle startup. 

Molto altro bolle in pentola, come l’e-commerce sociale… ma questo alla prossima volta. Stay tuned seguici anche su facebook

lunedì 16 gennaio 2012

Il Bel Paese


E’ ormai qualche mese che si sente parlare di spread, tassi di interesse, agenzie di rating, triple A, declassamenti, debito pubblico.  Aspetta, pubblico o verso le banche? Si perché pubblico significa della collettività, invece nella nostra era sono le banche centrali (private Spa) che prestano agli stati, allora perché pubblico? Comunque non voglio inoltrarmi in parabole tecnico finanziarie che non mi appartengono, mettiamola così, queste sono le regole del gioco e con questi giochiamo.

Ora se ho contratto un debito personale al di sopra delle mie entrate, e se queste entrate per un motivo qualsiasi diminuiscono, diciamo che ho due possibilità di risanarlo e tornare ad una vita tranquilla avendo, una quella di tagliare tutte le spese, sperare che non ci siano imprevisti e fare quindi una vita di stenti, la seconda ottimizzare le spese e incrementare le entrate.

Ecco, non so voi ma fin’ora non ho mai sentito nessuno in Italia parlare di piani industriali strategici nazionali, riconversione industriale, si riconversione, perché l’economia è evidentemente cambiata, piani energetici, insomma tutte quelle azioni che portano ad un incremento delle entrate. Come può un paese progredire se non produce valore? Ma non  voglio accusare solo lo stato e la classe politica incapace di programmare il futuro e liberare il paese Italia da catene burocratiche la tengono legata, immobile e del tutto inattraente ad investitori esteri che altrimenti sarebbero ben contenti di aprire loro sedi nel nostro Bel Paese.

Anche dalle aziende che possono, non vedo mai iniziative tipo quella che Mail.ru ha da poco avviato, un incubatore interno  per progetti ideati dagli stessi dipendenti, dicono: “Cercheremo di infondere nell’incubatore  un vero spirito di startup, offrendo spazi di lavoro dedicati separati dagli uffici del gruppo", e Futubra (analogo di Twitter per il mercato Russo) è il primo progetto che prenderà vita dal nuovo incubator. Sicuramente un esempio da seguire, anche perché i siti social in Italia hanno un grande seguito e successo, ma quanti sono i progetti indipendenti locali che possono far concorrenza ai big stranieri? (non solo Made in USA), dando un primo sguardo su Alexa (anche se non è perfettamente attendibile in Italia, ma da comunque una visione d’insieme) la situazione a mio avviso è alquanto desolante.

Inesistenti o molto rare, situazioni come HackFwd, AdVenture, FastLane Venture, TexDriver, Farminers, DirectGroup, e non cito appositamente tutti quelli Americani o Inglesi perché sono scontati.

Ma se tutto questo non c’è, è possibile crearlo? Io ci credo e ci sto lavorando. Appena il progetto avrà preso forma ve ne parlerò, le fondamenta sono state completate, i primi mattoni messi. Il nome scelto dell’organizzazione è Polis 2.0 – In seguito vi spiegherò nome e progetto.

Come sempre, stay tuned ;)

domenica 15 gennaio 2012

Scusate l'assenza...

Si lo so, sono diversi mesi che non scrivo più... sono stati mesi di ulteriori cambiamenti e ancora il setup non è del tutto finito. Da Mosca a Roma (anche se per poco tempo), adesso sono approdato ad Amburgo alla Mail.ru Games... continuerò a maggior ragione a parlare di incubatori, startup, venture capital e altro, sperando che prima o poi certe situazioni come questa avvengano anche in Italia.