“Legge 1 dicembre
1970, n. 898, Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio, Art. 3 e)
l'altro coniuge, cittadino straniero, ha ottenuto all'estero l'annullamento o
lo scioglimento del matrimonio o ha contratto all'estero nuovo matrimonio.”
“Art. 10: L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle
norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.”
E’ un post fuori programma e fuori contesta su questo blog,
ma voglio sfogare qui la mia rabbia contro uno stato che ti ostacola in tutto e
per tutto.
Era il 22 maggio 2010 quando per la Federazione Russa
risultavo ufficialmente divorziato, mentre nel mio paese, l’Italia, dopo ormai
4 anni, i giudici ancora non riescono a capire e deliberare che sono
divorziato, dandomi così la possibilità di rifarmi una famiglia.
E si, ma non è scritto sempre nella tanto chiamata
costituzione che l’Italia è fondata sul lavoro e tutela la famiglia? Ma qui non
mi permettono nemmeno di rifarmela una famiglia, hai una chance, se sbagli sei
finito.
Va bene che per lavorare bisogna emigrare, per costruire
qualcosa qui bisogna lottare contro lo stato (la Mafia crea meno problemi), ma
se mi sono sposato in Russia e li ho divorziato, perché ancora qui mi tengono
prigioniero?
Sono passati quattro lunghi anni, tre gradi di udienza più
la corte d’appello, ho portato il certificato di divorzio tradotto, apostolato e
vidimato dal Consolato Italiano a Mosca, e quindi da una autorità Italiana. Ho
portato la legge Russa tradotta e giurata, ebbene si, io comune cittadino porto
i testi di legge in tribunale che ne è
sprovvisto. Ma no, non basta. Non basta mai, i signori giudici lavorano sulle
difficoltà delle persone, cosa farebbero se chiudono delle pratiche così
semplici in tempi brevi? Si insomma, si tratta di leggere la legge di un altro
stato e deliberare con atto giudiziario che quel divorzio è valido, e si serve
l’atto giudiziario, in Russia però viene emesso solo in caso di tutela dei
figli o se non è consensuale. Mi viene da dire che purtroppo io e la mia ex
moglie siamo stati civili e di comune accordo senza nulla pretendere l’una dall'altro, abbiamo divorziato.
Nella non democratica Russia se la coppia è consenziente il
divorzio avviene in un mese senza legali, con atto amministrativo come lo è il
matrimonio. I passi sono semplici, si va nello stesso posto dove è stato
stipulato il matrimonio, si compila un modulo, il funzionario cerca di capire
se ci sono possibilità di salvare il matrimonio, se i coniugi sono poi decisi
ad andare avanti si firma la richiesta. Da quel momento in poi si ha un mese di
tempo per andare a prendere il certificato di divorzio, basta che va uno dei
due coniugi, e si è liberi cosi di rifarsi una vita. Pensate, non costa niente!
Niente avvocati, giudici e burocrati a lucrarci sopra!
Produciamo l’ennesimo documento, questa volta arriva dal
Consolato Russo a Roma, speriamo sia l’ultimo appello e che vada a buon fine,
ma ovviamente per leggere una pagina ci vorrà almeno un altro anno.
Chi restituirà a me il tempo e le occasioni di rifarmi una
famiglia perse? Ma soprattutto, quando potrò rifarmi una famiglia? Se il mondo
fosse senza frontiere, certo non sarebbe un problema, ma ecco che le leggi
impediscono alle persone di stare insieme.
Staremo a vedere, scusate lo sfogo e gli errori, l’ho
scritto così di getto e di pancia.